Sanità toscana, scaricare le colpe non serve. Confrontarsi per salvare il sistema sanitario.

La segretaria generale Cisl Toscana risponde all’assessore regionale Bezzini, che parla di aumento delle tasse, per le risorse insufficienti dal governo: “Non scarichiamo tutto sulle spalle di lavoratori e cittadini.”

 

“Ma se cominciassimo a confrontarci nel merito della riorganizzazione sanitaria, come richiesto dalle organizzazioni sindacali confederali il 30 luglio scorso all’assessore Bezzini ?” Lo chiede la segretaria generale della Cisl Toscana, Silvia Russo, dopo che l’assessore regionale, stamani in un’intervista, è tornato a parlare dei conti della sanità toscana e dell’aumento dell’Irpef.

“Sarà che la Cisl è abituata a ragionare nell’ambito del ‘possibile’, per trovare soluzioni più efficaci e utilizzare le risorse disponibili al meglio –dice Russo- ma ci sembra che nel confronto con le parti sociali possano trovarsi soluzioni nuove, che non scarichino tutto sulle spalle di lavoratori e cittadini. Ne è prova la partenza della sperimentazione delle nuove ‘Case della salute’ nell’ambito del progetto definito con i pensionati di Cgil, Cisl e Uil; oppure le opportunità offerte da quanto stanziato dal governo per le liste d’attesa, che è già stato trasformato in un buon accordo regionale (sono soldi in più effettivi) con i rappresentanti sindacali della pubblica amministrazione.”

“Giova ricordare –aggiunge la segretaria Cisl Toscana- che l’aumento dell’addizionale Irpef da parte della Regione è arrivato un anno fa, ben prima di questa manovra proposta da Meloni che anche per noi ha risorse insufficienti, e che la Cisl da subito lo contestò, organizzando presidi e una manifestazione davanti alla Regione.”

“Per migliorare i conti –continua Russo- potremmo ad esempio sfruttare la possibilità di reinternalizzare alcuni servizi ora affidati all’esterno, come il front office e il cup, per tenere sotto la diretta responsabilità pubblica la qualità del rapporto con i cittadini e il controllo istantaneo della gestione di alcune liste di attesa. Ciò può essere fatto senza sacrificare nessun lavoratore, anzi valorizzando l’accoglienza e l’ascolto, che nei servizi alla salute rappresentano il 50 per cento della percezione positiva, e con un diretto risparmio sui costi. Invece di guardare solo agli indicatori (per fortuna positivi, grazie alla responsabilità e professionalità del personale) dovremmo infatti pensare di più alla corrispondenza tra dati e soddisfazione delle persone.”

“Il confronto –conclude la segretaria generale Cisl Toscana- è un esercizio complicato, ma siamo certi che la partecipazione da sempre risposte migliori e porta prospettive ampie. Le risorse mancano, le assunzioni sarebbero la risposta necessaria, ma è chiaro a tutti che scaricare le colpe su altri è solo un palliativo a fronte dell’emergenza evidente a tutti: salvare il sistema sanitario regionale. Noi non vorremmo sottrarci dal fare la nostra parte.”