Ma oggi il sindacato serve ancora ?
Quinto appuntamento con ‘I Venerdì di via Dei’, i seminari formativi della Cisl Toscana
(…) Se volessi trovare un buon lavoro che garantisca a me e alla mia famiglia una certa sicurezza, mi iscriverei a un sindacato; se mi stessi spaccando la schiena nell’industria dei servizi e volessi un salario onesto per un’onesta giornata di lavoro, mi iscriverei a un sindacato; se fossi un poliziotto che rischia tutti i giorni la propria vita per mantenere sicura la nostra comunità, o un soldato che vuole tornare a casa sano e salvo, mi iscriverei a un sindacato. Vorrei un sindacato a prendersi cura di me”.
Barak Obama, comizio a Milwaukee, 2 settembre 2014.
“(…) Forse la nostra società non capisce il sindacato anche perché non lo vede abbastanza lottare nei luoghi dei “diritti del non ancora”: nelle periferie esistenziali, tra gli scartati del lavoro. Pensiamo al 40% dei giovani da 25 anni in giù, che non hanno lavoro. Qui. In Italia. E voi dovete lottare lì! Sono periferie esistenziali. Non lo vede lottare tra gli immigrati, i poveri, che sono sotto le mura della città; oppure non lo capisce semplicemente perché a volte – ma succede in ogni famiglia – la corruzione è entrata nel cuore di alcuni sindacalisti. Non lasciatevi bloccare da questo”.
Papa Francesco, Discorso ai delegati del congresso nazionale Cisl, 27 giugno 2017.
Sta nell’apparente dicotomia tra queste due citazioni il senso del prossimo “Venerdì di via Dei”, l’ultimo del ciclo 2018-2019. Tutti noi sappiamo che il sindacato serve ancora, serve tantissimo; ma sappiamo anche che dircelo fra sindacalisti non basta.
Il sindacato serve nella società frammentata e rancorosa in cui sono sempre di più le persone sole; serve sui luoghi di lavoro colpiti dalla crisi, così come in quelli che sono fattori di rinascita e innovazione; serve nel territorio, non solo per erogare servizi, ma come presidio di democrazia, partecipazione, rappresentanza. Serve nei paesi in cui i diritti fondamentali non sono riconosciuti e in cui essere sindacalista può costare la vita.
Ma il sindacato deve “rilegittimarsi ogni giorno”, non può prescindere dalla trasformazione del lavoro e della società.
Il sindacato, nella società di oggi, appare sempre più in discussione. Moltissime persone, soprattutto giovani, non lo hanno mai incontrato, non lo conoscono, non lo reputano utile. La logica della disintermediazione ha recentemente affascinato tanto il “popolo” quanto le “elites”, relegando ai margini la rappresentanza organizzata del lavoro.
I sindacati sono spesso considerati difensori solo degli insiders, strumenti antiquati che “rallentano” l’economia, difendono diritti e privilegi acquisiti, perpetuano burocrazie interne, non sono in grado di affrontare le frontiere della digitalizzazione, o la sfida della transizione ecologica e del cambio di paradigma nel rapporto tra lavoro, ambiente, sviluppo.
A partire da tutto questo discuteremo con Massimiliano Colombi, sociologo del lavoro e delle organizzazioni, formatore, ex sindacalista. Un relatore che conosce profondamente la Cisl. Con lui rifletteremo su come si sviluppa oggi, nelle categorie, nel territorio, nelle assemblee, nel rapporto “one to one”, la relazione con e tra le persone, all’interno e all’esterno del sindacato. Ci interrogheremo di come in una società che si frammenta, individualizza, “velocizza” sempre di più, in cui si è abituati ad ottenere singolarmente ogni cosa “on demand”, possono e devono trasformarsi l’azione sindacale e il ruolo del sindacalista. Di come, nel mondo in cui “tutto ruota intorno a te” e di fronte ad una progressiva scomparsa dell’orizzonte collettivo di senso, sia possibile rimanere fedeli alla missione del sindacato e da quali esempi concreti possiamo prendere ispirazione.
L’appuntamento è il 5 aprile, come di consueto presso la sede della Cisl Toscana, dalle 10 alle 13.