Politiche attive e modello toscano
Firmato il nuovo Patto regionale per il lavoro, tra Regione, sindacati e componenti della Commissione regionale tripartita.
E’ stato firmato stamani a Firenze, nell’Auditorium di Santa Apollonia, il “Nuovo patto per il lavoro”, che predispone e finanzia un insieme di strumenti di politica attiva volti a favorire l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro. Il Patto potrà contare sui circa 53,8 milioni di euro derivanti dalle risorse residue della cassa integrazione in deroga sbloccate negli scorsi mesi e oggetto del Protocollo tra Regione Toscana e ministero del Lavoro sottoscritto nei mesi scorsi. La Toscana è la Regione che ha ricevuto la quota più significativa di queste risorse residue.
L’intesa fa tesoro della precedente esperienza del “Piano integrato per l’occupazione” ed è stata elaborata con il coinvolgimento delle parti sociali presenti nella Commissione regionale tripartita e nei tavoli territoriali avviati in ciascuna provincia.
Il Patto è stato illustrato stamani nel corso di un incontro nell’Auditorium di Santa Apollonia, a Firenze a cui hanno preso parte l’assessora alla formazione professionale e al lavoro Alessandra Nardini, i rappresentanti dei soggetti che compongono la Commissione tripartita, il presidente di Upi Toscana Gianni Lorenzetti, la direttrice della direzione istruzione, formazione, ricerca e lavoro della Regione Toscana Francesca Giovani e la direttrice dell’Agenzia regionale toscana per l’impiego (Arti) Simonetta Cannoni.
“Finalmente – ha detto nel suo intervento il segretario generale della Cisl Toscana, Ciro Recce – si firma il Patto per il lavoro, che ha avuto un iter di concertazione sul territorio e a livello regionale e che può dare in prospettiva buoni risultati per i lavoratori. Ci sono tante risorse a disposizione e quindi abbiamo la possibilità di fare un ottimo lavoro. Le politiche attive sono quelle che mancano realmente per il mercato del lavoro: le politiche passive funzionano, quelle attive purtroppo non hanno funzionato. Queste risorse che abbiamo a disposizione permettono di poter formare o riqualificare le persone che non hanno il lavoro o chi lo ha perso.”
“Adesso – ha aggiunto parlando poi con i giornalisti il segretario Cisl – dobbiamo chiudere il cerchio con il Patto per lo sviluppo, sul quale da tempo sollecitiamo la Regione. L’impegno che mettiamo sulle politiche attive per il lavoro rischia di essere vanificato se poi il lavoro non c’è, quindi il Patto per lo sviluppo è essenziale. Abbiamo anche lì tante risorse, dal Pnrr e non solo, che ci permetterebbero di poter avere veramente uno slancio e purtroppo siamo fermi. Siamo fiduciosi di poter arrivare a definirlo quanto prima, perché è fondamentale per creare nuovo lavoro.”