Dieci mesi dopo via Mariti, un’altra strage sul lavoro: un massacro da fermare!

La Cisl sulla tragedia di Calenzano chiede di verificare tutto il sistema dei controlli e ribadisce: “La vita umana viene prima del profitto e tutte le aziende devono investire sulla sicurezza.”

“Non è possibile che solo dieci mesi dopo quanto successo in via Mariti, Firenze sia di nuovo a piangere per una tragedia di queste dimensioni in un luogo di lavoro. Non bastano lo sgomento, il dolore e la rabbia: dobbiamo fermare questo massacro.”
A dirlo sono i segretari generali della Cisl Toscana e Firenze-Prato, rispettivamente Silvia Russo e Fabio Franchi, dopo l’esplosione di questa mattina a Calenzano.
“Oggi la domanda che dobbiamo tutti porci è se in questo territorio si fa tutto quanto è possibile per tutelare la sicurezza sul lavoro, quanti sono e quanto sono efficaci i controlli, se c’è un coordinamento sufficiente e adeguato tra i quattro soggetti (Ispettorato del lavoro, Inps, Inail, Asl) che sono preposti a garantire la sicurezza. Chiediamo anche alla Regione, che sull’argomento ha sempre dimostrato grande attenzione, di attivarsi per garantire che il coordinamento degli interventi sul territorio sia massimo, che le forze sul campo per fare i controlli siano di più e che i controlli siano più efficaci. Spetterà come sempre alla magistratura accertare eventuali responsabilità su quanto accaduto stamani, ma è tragicamente evidente che su questo territorio c’è un problema.”
“Dobbiamo ribadire, poiché i comportamenti di molti sembrano spesso dimenticarlo, che la tutela della vita umana viene prima del profitto – concludono Russo e Franchi- e che tutte le aziende, grandi e piccole, devono rispettare le norme e investire tutto quanto è necessario sulla sicurezza. E anche lo stato deve fare molto di più sul piano di ispezioni e sanzioni. Per questo, insieme a Cgil e Uil, abbiamo deciso lo sciopero (4 ore a fine turno) e l’iniziativa di mercoledì (manifestazione a Calenzano dalle 14,30 alle 16,30), richiamando tutti alle proprie responsabilità. ”