Manifestare è un diritto, non un crimine

Il 2 ottobre, alle 10, sit-in in piazza Vidoni, a Roma, per dire No alla pena detentiva per chi protesta senza violenza e difende il proprio lavoro.

 

Il 18 settembre la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge su “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario” che passa ora all’esame del Senato.

Il testo si compone di 38 articoli che spaziano dalle modifiche al codice penale, ai benefici per le vittime dell’usura, passando per le norme che tutelano le forze armate, quelle di polizia e i vigili del fuoco.

La Cisl ha espresso perplessità su alcune parti del testo che sembrano più dettate dalla volontà di abbassare l’insicurezza percepita che garantire maggiore sicurezza reale. In particolar modo appaiono improprie e fuori misura alcune modifiche inerenti il diritto a manifestare.

La Cisl, da sempre, cerca di contemperare il diritto a manifestare con la salvaguardia dei beni pubblici e privati, ma è contraria a trasformare (come fa l’articolo 14 del provvedimento) in illeciti penali quegli illeciti amministrativi, già introdotti in precedenti leggi, per limitare le forme del dissenso, come nel caso del blocco stradale o (in futuro) ferroviario attuato mediante ostruzione fatta col proprio corpo, con un aggravamento di pena se commesso da più persone riunite.

Per la Cisl manifestare è un diritto. E quelle che vanno perseguite sono esclusivamente le condotte violente, avendo adeguato equilibrio nella valutazione degli atteggiamenti dei manifestanti.

Per questo la Cisl ha deciso di organizzare per mercoledì 2 ottobre, alle ore 10.00, in Piazza Vidoni, a Roma, un sit-In, con richiesta di essere ricevuti dai capigruppo parlamentari, per presentare proposte alternative e sottolineare che le scelte ingiustificatamente repressive alimentano disordine invece che garantire sicurezza.