Gestione rifiuti, avanti nel percorso di aggregazione

Con la nascita di Reti Ambiente per l’ATO costa, si fa un altro passo nella riorganizzazione, ma la strada non è conclusa: subito la fusione delle società e poi lavorare alla costituzione di un unico soggetto a livello regionale

“La costituzione, il 13 Novembre scorso, di Reti Ambiente è solo il primo passo per completare la riorganizzazione del ciclo dei rifiuti in Toscana: ora bisogna procedere speditamente alla fusione di tutte le società attuali e poi guardare ancora più avanti, proseguendo il cammino verso la creazione di un unico soggetto regionale.”
A dirlo è il segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce, che invita ad accelerare il cammino di riorganizzazione, iniziato da molti anni ma ancora a metà del guado: la nascita di Sei Toscana, per l’ATO sud (province di Arezzo, Siena, Grosseto e Val di Cornia livornese), risale al 2014, Alia, per l’ATO centro (province di Firenze, Prato e Pistoia), è nata nel 2017, mentre è di pochi giorni fa la costituzione formale, per l’ATO costa, di Reti Ambiente, che diverrà operativa il 1 gennaio 2021.
“La strada è tracciata – dice il segretario generale Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni – quello che manca ora è il processo di aggregazione delle attuali società, che va completato. Questo consentirà, com’è stato per Sei Toscana e per Alia, economie di scala, a partire dalla gestione delle commesse/acquisti e del magazzino ma anche per la diminuzione dei componenti dei consigli di amministrazione e delle figure dirigenziali apicali.” Boni chiede anche che in questo processo “i lavoratori siano messi al centro, garantendo occupazione, reddito e diritti contrattuali, con un’attenzione particolare ai lavoratori a tempo determinato: con la nascita di Reti Ambiente non devono essere dimenticati, ma continuare ad essere utilizzati e tenuti presenti nel momento in cui si creeranno le condizioni per assunzioni a tempo indeterminato.”
Il segretario Cisl Recce invita poi a non fermarsi, perché, spiega “ogni anno la Toscana produce 600 mila tonnellate di scarti da rifiuto domestico non riciclabile e oggi ci sono 6 mila camion che li trasportano in altre regioni o all’estero, intasando le strade, inquinando e facendo lievitare le bollette dei toscani. Quei rifiuti dovranno essere gestiti all’interno della regione; per farlo in maniera efficiente, economicamente e ambientalmente, serve un utilizzo degli impianti, esistenti o da realizzare, secondo le necessità, indipendentemente dall’ATO o dal territorio in cui si trovano. E per riuscirci c’è bisogno di un unico soggetto imprenditoriale a livello regionale, efficiente ed efficace, capace di gestire e smaltire tutti i rifiuti prodotti. Chiediamo alla Regione di spingere in questa direzione, anche attraverso la creazione di una cabina di regia a livello regionale, il cui obiettivo sia l’autonomia della Toscana sul fronte rifiuti.”