Un aiuto per le famiglie sandwich

I nuclei schiacciati tra i compiti di cura di un familiare e le responsabilità educative verso i figli sono sempre di più, ma vengono poco considerati. Un progetto Anteas punta a creare un welfare amico della famiglia.

Farsi carico della cura di familiari, in molti casi anziani non autosufficienti e al tempo stesso delle responsabilità educative nei confronti di minori.

E’ il doppio, pesante, impegno che in Italia tocca un numero sempre maggiore di nuclei familiari. Sono le cosiddette ‘famiglie sandwich’, chiamate a sopportare simultaneamente, spesso per lunghi periodi, un doppio carico.

Nonostante siano ormai tante le famiglie in questa situazione, restano tra le meno ‘viste’ dai decisori politici, ma anche da molti soggetti sociali protagonisti delle politiche di welfare.

A loro l’Anteas, associazione di volontariato promossa da Cisl e Cisl pensionati, ha dedicato una ricerca nazionale i cui risultati (con uno zoom specifico sulla provincia di Firenze) sono stati al centro di un incontro svoltosi stamani nella sede della Cisl Toscana, a Firenze ed a cui hanno preso parte rappresentanti di enti locali, terzo settore, sindacati.

L’obiettivo è quello di costruire un welfare più accogliete per le famiglie, togliendo dall’invisibilità le famiglie sandwich, migliorando l’integrazione delle politiche di welfare, favorendo un’evoluzione positiva delle politiche di riconciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro.

All’incontro di stamani hanno preso parte anche il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, l’assessore alle politiche sociali del comune di Campi Bisenzio, Luigi Ricci e quello del comune di San Casciano Val di Pesa, Elisabetta Masti.

“La coperta del welfare è piena di buchi – dice Francesca Ricci, della segreteria regionale Cisl della Toscana – ma mentre noi siamo impegnati a cercare di rattopparla, gli italiani chiedono un piumino nuovo: sia perché oggi fa più freddo e la coperta di lana non basta più, sia perché la nostra società ha aspettative più alte che in passato. Dobbiamo ripensare tutto il sistema, che altrimenti non reggerà.”